Kalaway • 21 Maggio 2023

Quali sono le Variabili che compongono il Rating?

Le variabili che compongono il rating bancario sono molteplici e si possono dividere in variabili di tipo quantitativo e variabili di tipo qualitativo. Scoprile tutte!

Le variabili che compongono il rating bancario sono molteplici e si possono dividere in variabili di tipo quantitativo e variabili di tipo qualitativo. Le variabili di tipo quantitativo possono essere raggruppate in

  1. Dati periodici di Bilancio
  2. Andamento in Centrale Rischi e CRIF (Centrale Rischi Intermediazione Finanziaria)
  3. Gestione andamentale rapporto banca-impresa.

In questo articolo tratteremo nello specifico

Dati periodici di Bilancio

I dati periodici di bilancio sono una variabile quantitativa fornita dall’azienda con il deposito del bilancio in Camera di Commercio (società di capitali).
L’analisi dei dati è l’elemento fondamentale nella determinazione dei rating delle medie e grandi imprese. I dati di bilancio assumono rilevanza inferiore invece per le piccole e microimprese.
Tutte le informazioni di tipo patrimoniale, economico e finanziarie presenti nel bilancio aziendale concorrono insieme nella formazione del giudizio finale espresso dal rating.

Le informazioni (di bilancio) vengono classificate e divise in:

  • Analisi patrimoniale
  • Analisi economica e finanziaria.

Analisi Patrimoniale

L’analisi patrimoniale mira a valutare i dati patrimoniali dell’impresa e la loro composizione partendo da una riclassificazione secondo lo schema finanziario. L’attivo (impieghi) e il passivo (fonti) di bilancio sono posti a confronto con lo scopo di verificare gli equilibri interni.
Gli impieghi sono classificati in base alla possibilità di conversione monetaria nel tempo, partendo dagli impieghi meno liquidi (immobilizzazioni) agli impieghi più facilmente monetizzabili (capitale circolante).

Livello di patrimonializzazione

Uno dei primi indicatori patrimoniali presi in considerazione dai sistemi di rating è il livello di patrimonializzazione:

Formula per calcolare il Livello di Patrimonializzazione

Tale indicatore viene misurato come rapporto tra patrimonio netto e totale attivo ed indica la distribuzione delle fonti di finanziamento tra equity e debito. 
Maggiore è il rapporto di patrimonializzazione migliore sarà il rating attribuito dalla banca, a parità di altre condizioni.
Bassi livelli di patrimonializzazione indicano di conseguenza elevati livelli di indebitamento.
La prassi bancaria considera un buon livello di patrimonializzazione quando si è in presenza di un equity (patrimonio netto) pari ad almeno il 25% del totale attivo.

I modelli di rating di alcuni dei più grandi Istituti bancari nazionali considerano come fattore negativo un elevato valore delle immobilizzazioni immateriali. L’indicatore di patrimonializzazione diventa di conseguenza come rapporto del patrimonio netto e totale attivo al netto delle immobilizzazioni immateriali, ossia il valore delle immobilizzazioni immateriali viene sottratto dal patrimonio netto e dal totale attivo.

Leverage Finanziario

Strettamente legato al livello di patrimonializzazione è il grado di leverage finanziario. Il leverage finanziario può essere misurato in diversi modi, includendo tutti i debiti oppure solamente i debiti finanziari/bancari:

Formula per calcolare il Leverage Finanziario

Il leverage finanziario fornisce il grado di indebitamento finanziario in confronto al patrimonio netto. Questo dato indica quanto debito ha contratto l’azienda a fronte di 1€ di equity. Tale valore per considerarsi ottimale non dovrebbe essere superiore a 4. A fronte di 1€ di equity l’azienda non deve avere debiti finanziari superiori a 4€. Il superamento di tale soglia può portare ad un peggioramento di rating a parità di altre condizioni.

Margine di Struttura

Il margine di struttura indica il grado di copertura dell’attivo fisso con equity (margine di struttura primario). In caso l’equity non fosse sufficiente a coprire l’attivo fisso è preferibile una copertura delle immobilizzazioni nette con equity e finanziamenti a MLT (passività consolidate).

Margine di struttura = Equity + Passività a MLT

In caso di una struttura patrimoniale, dove l’equity e le passività consolidate non fossero sufficienti a coprire le immobilizzazioni nette siamo in presenza di uno squilibrio verso fonti a breve termine. Questo ha un effetto negativo sul rating attribuito dalla banca, a parità di altre condizioni.

Capitale Circolante Netto (CCN)

Un altro indicatore patrimoniale importante è il capitale circolante netto (CCN) calcolato come la differenza tra attivo circolante (crediti, magazzino e disponibilità liquide) e passivo a breve termine (debiti verso fornitori, debiti bancari a breve termine e altri debiti a 12 mesi).
Il capitale circolante netto indica la misura dell’equilibrio finanziario nel breve termine. In particolare

  • un CCN>0 indica un’adeguata copertura delle passività a breve con l’attivo circolante;
  • un CCN<0 evidenzia uno squilibrio finanziario verso il breve termine. In questo caso il passivo corrente è maggiore dell’attivo circolante. In caso di richieste di rientro sui fidi bancari l’azienda potrebbe trovarsi in difficoltà. Un CCN<0 ha conseguenze negative sul rating, a parità di altre condizioni.

Analisi Economico Finanziaria

L’analisi del conto economico mira a valutare la capacità dell’azienda di generare reddito, attraverso la gestione dei diversi fattori di produzione utilizzati.

EBITDA

Il termine EBITDA si riferisce al margine operativo lordo (MOL) e rappresenta la redditività operativa di un’azienda. Il calcolo di questo indicatore è particolarmente facile se utilizziamo lo schema civilistico di conto economico. Il calcolo parte dall’utile d’esercizio, si sommano le imposte, il saldo della gestione finanziaria e gli ammortamenti.

Formula per il calcolo dell'EBITDA

L’EBITDA assume un’importanza fondamentale in quanto indica la redditività caratteristica di un’azienda prima della gestione finanziaria e fiscale. Una volta calcolato viene posto in rapporto con altre grandezze del conto economico e dello stato patrimoniale per ottenere una serie di altri indicatori molto utilizzati dalle banche nei sistemi di rating interno.

I principali indicatori derivanti dal rapporto dell’EBITDA con altre grandezze di bilancio sono EBITDA/VENDITE, PFN/EBITDA, DSCR.

Togliendo al margine operativo lordo gli ammortamenti, gli accantonamenti e le svalutazioni otteniamo il reddito operativo EBIT, che viene utilizzato in rapporto ad altre grandezze di bilancio (ad esempio, la redditività del capitale investito).

Ai fini dell’attribuzione del ratingle medesime variabili di conto economico sono raffrontate con i valori espressi (dall’azienda) nel tempo. Si ottiene così una valutazione e un raffronto temporale nota come analisi di trend.

Il primo raffronto si ha sul valore della produzione che comparato con gli anni precedenti ci indica se l’azienda è in una fase di espansione, stabilità o contrazione dei volumi. 
La riclassifica di bilancio permette successivamente di mettere a confronto l’andamento della marginalità negli anni attraverso un raffronto dell’EBITDA ed EBIT con i valori espressi gli anni prima. I valori di marginalità vengono poi raffrontati al fatturato del rispettivo esercizio, ottenendo così degli indici che ci mostrano il confronto e l’andamento nel tempo.

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