I minibond sono titoli di debito (obbligazioni e cambiali finanziarie) di medio-lungo termine emessi da società italiane non finanziarie, quotate o non quotate in Borsa, utilizzati solitamente per il finanziamento di piani di crescita e sviluppo.
Si tratta nello specifico di emissioni da parte di società di capitale o cooperative aventi operatività propria (escludendo banche, assicurazioni e società finanziarie) di importo non superiore a € 50 milioni, non quotate su listini aperti agli investitori retail. Come tutte le obbligazioni, hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza in cui viene rimborsato il capitale.
I minibond rappresentano una forma di finanziamento alternativa e complementare al credito bancario, utili per diversificare le fonti e accedere al mercato competitivo degli investitori professionali, in preparazione a successive operazioni più complesse come possono essere il private equity o la quotazione in Borsa.
Nel 2020, nonostante pandemia, il mercato dei minibond non si è fermato: il trend è rimasto costante per tutto il 2020, con un recupero nell’ultimo trimestre, specie per quanto riguarda l’ammontare, di poco superiore anche rispetto a quanto registrato nell’ultimo trimestre 2019.
In questo articolo approfondiamo:
Le caratteristiche dei minibond
Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche distintive di questo strumento finanziario:
- durata: tipicamente inclusa fra i 3 e i 5 anni
- Cedola: la maggior parte dei minibond prevede una cedola fissa espressa in termini annui e liquidata ogni 6 mesi. Ma è possibile anche trovare cedole variabili legate ai tassi Euribor a 3 o 6 mesi
- Prezzo di emissione: tutti i minibond sul mercato sono stati emessi al 100% del proprio valore nominale
- Rimborso: è possibile che il capitale sia rimborsato tutto alla scadenza (bullet) oppure in rate costanti durante l’intera durata (amortizing), oppure ancora in rate costanti ma solo dopo un primo periodo (grace period) di 1 o 2 anni
- Covenant: si tratta di clausole vincolanti che l’emittente deve rispettare, pena il rimborso anticipato del minibond. Non sono sempre presenti, e possono riguardare diversi aspetti; le più comuni prevedono limiti ai dividendi, impegno a non concedere ipoteche o garanzie, impegno a rispettare determinati ratio finanziari
- Investitori: Il rendimento di un investimento in debito di PMI è più alto e meno volatile di altri strumenti finanziari, ma i rischi associati non sono facili da gestire. Per questo motivo, i minibond possono essere sottoscritti solo da investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi pensione, fondi minibond, etc.) e investitori privati qualificati, ovvero le persone fisiche che rispettano determinati requisiti di patrimonio ed esperienza professionale.
Regolamentazione
I minibond sono stati lanciati nel mercato italiano nel 2012, ai sensi del Decreto Sviluppo (D.L. 83/2012), il cui obiettivo era rispondere alle restrizioni del sistema bancario e finanziario tradizionale legate alla crisi iniziata nel 2008.
L’introduzione dei minibond aveva come obiettivo quello di ridurre la dipendenza dai finanziamenti bancari e a creare un sistema di risorse alternative per sostenere la competitività e finanziare la crescita delle PMI italiane.
Oltre al Decreto Sviluppo, la normativa di riferimento dei minibond comprende le successive integrazioni e modifiche di cui al D.L. 179/2012 (“Decreto Sviluppo Bis”), al D.L. 145/2013 (piano “Destinazione Italia”) e D.L. 91/2014 (“Decreto Competitività”), che includono, tra l’altro, dettagli relativi al trattamento fiscale degli interessi da parte delle società emittenti.
Vantaggi
- L’opportunità di sostenere periodicamente, durante la vita del prestito, il pagamento dei soli interessi sul finanziamento ricevuto, evitando all’impresa rilevanti deflussi di cassa nel periodo in cui gli investimenti non hanno ancora cominciato a produrre i relativi cash flows
- Un allungamento della durata media delle fonti di finanziamento può generare una maggiore coerenza tra la duration dell’attivo e del passivo, con un conseguente miglioramento degli equilibri patrimoniali e finanziari
- L’emissione di obbligazioni non determina alcuna segnalazione presso la Centrale rischi né prevede il rilascio di garanzie personali o reali da parte dell’emittente, lasciando così inalterata la capacità di richiedere e ottenere finanziamenti bancari
- Infine, la possibilità di disporre di una fonte di provvista alternativa al tradizionale prestito bancario permette di attenuare la dipendenza dal canale bancario.
Rischi
- L’emissione di minibond rende necessaria una maggiore trasparenza sui dati finanziari, al fine di garantire maggiore tutela agli investitori e stabilità al mercato. Talvolta, specialmente per le PMI, un’ eccessiva disclosure delle informazioni sensibili potrebbe avere effetti negativi sull’impresa stessa
- Valutare con attenzione i costi legati all’analisi di fattibilità dell’operazione e alla gestione dell’emissione, in quanto agli oneri relativi ai diversi soggetti coinvolti nell’operazione (advisor, arranger, consulenti, ecc.) potrebbero aggiungersi quelli inerenti all’eventuale quotazione su mercati regolamentati
- Il processo di emissione e di ammissione alla negoziazione dei minibond comporta generalmente un allungamento dei tempi necessari alla raccolta di capitali rispetto a quelli richiesti per l’erogazione dei finanziamenti bancari.
Possiamo supportare la tua azienda. Parliamone insieme!