Nei nostri articoli precedenti abbiamo cercato di dare un’idea del processo di innovazione tecnologica che sta influenzando il mondo della finanza, analizzando in particolare le caratteristiche del sottosettore Fintech lending.
Nell’articolo di oggi effettueremo un ulteriore approfondimento entrando nel mondo del crowdfunding. Stiamo parlando di un settore in crescita esponenziale, che secondo il report di Starteed solo nel 2020 ha raccolto in Italia circa 340 milioni di euro, con una crescita del 75% sull’anno precedente.
In particolare vedremo:
Crowdfunding: che cos’è?
Il crowdfunding è una forma di finanziamento attraverso il quale progetti personali e professionali di piccoli imprenditori possono essere finanziati direttamente da più soggetti, anche piccoli risparmiatori, e con somme di denaro di importo molto variabile. In genere, il processo di incontro fra domanda ed offerta viene intermediato da piattaforme web che forniscono dettagliate informazioni sul progetto in questione e gestiscono i flussi di denaro destinati all’idea imprenditoriale.
Il crowdfunding è un canale di finanziamento che si distingue totalmente dal sistema bancario tradizionale. Il processo valutativo, infatti, non è basato sulle strategie di finanziamento tipiche del sistema bancario, ma dalla capacità del progetto di convincere gli investitori che visitano la piattaforma a mettere in gioco il proprio denaro nel sostegno diretto all’iniziativa.
Il crowdfunding può essere diviso in tre macrocategorie:
- Si parla di equity crowdfunding quando tramite l’investimento in piattaforma si acquista una vera e propria partecipazione nel capitale di rischio dell’azienda, accettando perciò il rischio di perdere tutto il denaro investito in caso di fallimento del progetto in cambio di poter beneficiare di un guadagno sui dividendi e sulla rivendita futura delle quote sociali;
- il lending-based crowdfunding prevede invece il prestito di denaro ai promotori del progetto attraverso la sottoscrizione di un contratto di mutuo fra privati;
- sta acquisendo popolarità anche il donation & reward crowdfunding, nel quale il capitale versato è indirizzato a fini benefici, come donazioni per cause sociali o educative, escludendo perciò qualsiasi possibilità di rimborso agli investitori.
La regolamentazione
Mentre nella maggior parte dei paesi non esiste una normativa che regoli il fenomeno in modo diretto rimandandone ad altre discipline adiacenti l’ambito di applicazione, in Italia il decreto “crescita-bis” n. 179/2012 disciplina il solo equity crowdfunding attraverso obblighi informativi e di condotta al fine di creare un ambiente “affidabile” e creare fiducia negli investitori.
Il
regolamento approvato dalla Consob nel 2013 e aggiornato con le modifiche del 2020 è disponibile al
seguente link.
L’Italia rimane però un po’ indietro rispetto agli altri paesi Europei nell’attuazione del nuovo regolamento Ue 2020/1503, relativo alla possibilità per le piattaforme di crowdfunding di operare su base transfrontaliera.
Il Crowdfunding e le imprese
Il crowdfunding è popolare soprattutto fra le aziende più piccole e permette di ottenere la liquidità necessaria in modo rapido e anche attraverso versamenti di importo minore da parte di piccoli risparmiatori, assicurando talvolta enormi guadagni, tuttavia nasconde anche una grande componente di rischio.
L’elevato rischio è dato dal fatto che i progetti offerti sono spesso in fase di start-up e molto innovativi, rendendone perciò difficoltosa la valutazione. Inoltre, anche in caso di successo dell’iniziativa, non è detto che l’attività distribuisca dividendi e le quote ottenute potrebbero risultare illiquide e difficili da rivendere.
È in questa situazione che diventano importanti le piattaforme, risultando cruciali nel ridurre al massimo l’asimmetria informativa fra imprenditori e investitori.
Grazie alla tecnologia, i canali di finanziamento alternativi stanno diventando molto popolari, tuttavia è fondamentale che la regolamentazione riesca a stare al passo con il progresso per evitare che l’importante asimmetria informativa diventi un limite per lo strumento.
Le fonti
Lucilla Incorvati, Il Sole 24 Ore. Equity crowdfunding: Italia in leggero ritardo sul regolamento UE.