Nei nostri articoli precedenti abbiamo approfondito la costruzione dei rating costruiti dalle banche per valutare il merito di credito, analizzando in particolare la loro relazione con gli indici di redditività e bancabilità.
Tuttavia, in seguito alla recente evoluzione normativa, le banche si stanno adeguando iniziando a prendere in considerazione anche criteri ESG (Economici, Sociali e di Governance) ai fini del calcolo del rating bancario.
Durante la quattordicesima edizione del forum banca, che si è tenuta a Milano il 4 ottobre 2021, è intervenuta sull’argomento Giovanna Zacchi (Responsabile Sustainability & ESG Management BPER), sottolineando come soprattutto nelle PMI la quantità e la qualità di informazioni fornite siano ancora molto basse e come sia necessario un processo di accompagnamento e sensibilizzazione all’importanza di queste tematiche prima che il sistema bancario possa essere pronto a considerare anche questi aspetti nel momento di decisione sulla delibera.
Si tratta di un’analisi suddivisa in tre parti:
Attorno a questa che rappresenta un po’ la base standard del modello, vi sono poi delle aggiunte che dipendono dalle scelte prese dalle banche o agenzie di rating e che sono possibili in quanto la dottrina è in fase di evoluzione e non è ancora possibile identificare un modello consolidato.
Ad esempio, Cerved Rating Agency nel suo modello affianca ai tre classici fattori ESG un altro fattore definito “Economic Impact”, che analizza come viene generato e distribuito fra i vari portatori d’interesse il valore economico aggiunto generato dall’azienda , mentre l’indice di FTSE Russell dà un peso importante anche alla trasparenza sulla questione fiscale.
L’introduzione degli ESG nel sistema finanziario è ancora agli inizi ma non sembrano esserci dubbi sull’impatto effettivo che avrà nella vita aziendale negli anni avvenire ed è una necessità non farsi trovare impreparati.