La Banca Centrale Europea (BCE) ha pubblicato i risultati del suo stress test “climatico” a livello macroeconomico, il primo di questo tipo effettuato dalla BCE.
Il test ha simulato l’impatto del riscaldamento globale su oltre 4 milioni di imprese in tutto il mondo e 1.600 banche dell’area dell’euro in tre diversi scenari di politica climatica per un orizzonte temporale di 30 anni.
In questo articolo tratteremo:
I rischi climatici considerati dalla BCE si suddividono in due categorie principali.
I rischi fisici e di transizione possono compromettere la stabilità finanziaria, se le banche o altre istituzioni finanziarie detengono esposizioni (in forma di crediti o partecipazioni) verso imprese che si rivelano insolventi proprio a causa dei cambiamenti climatici.
Sono tre gli scenari climatici alla base del rapporto Bce, risultanti dall’interconnessione del rischio di transizione e del rischio fisico:
L’ orizzonte temporale dello stress test climatico, come accennato nell’introduzione, si estende per 30 anni (fino al 2050) ed è lungo abbastanza per poter trarre conclusioni su costi e benefici.
L’analisi costi-benefici della Banca centrale europea non lascia dubbi: i costi di breve termine della transizione verde sono più che compensati dai benefici di medio e lungo termine dati dal contenimento dei rischi fisici provocati dai disastri naturali. Banche e imprese beneficeranno, quindi, dall’adozione immediata di politiche verdi per favorire la transizione ordinata verso un’economia a zero emissioni di carbonio.
Dai risultati dello stress test emerge che gli istituti di credito e le aziende più esposti ai rischi fisici più elevati sono quelli nelle aree geografiche del Sud Europa, più colpiti dalle conseguenze da cambiamento climatico per via degli incendi.
Senza politiche per la transizione verso un’economia più verde, avverte la BCE, i rischi fisici aumenteranno in modo non lineare e, a causa della natura irreversibile del cambiamento climatico, questo incremento continuerà nel tempo. È essenziale effettuare una transizione graduale, in modo da poter mitigare i costi derivanti sia dalla transizione verde che dell’impatto futuro dei disastri naturali.